Hector, lo scriveva con una certa indifferenza, lo faceva da una bara nella quale lo avevano messo credendo fosse morto, ma il suo cuore continuava a battere. Erano i suoi ultimi istanti da quando l’ossigeno iniziava a esaurirsi. Una volta vide questa stessa scena in uno dei suoi sogni, era morto, ma lo fece urlando quell’incubo, ora era abbastanza calmo, troppo calmo, portava sempre un pezzetto di carta e un pezzo di carbone nel cappotto, perché sapeva che ciò sarebbe successo prima o poi. Aveva intenzione di scrivere una dedica tutta drammatica ai suoi parenti; anche dopo quel sogno premonitore non riusciva a smettere di sentirsi nervoso, tutto questo per la paura, la paura che ora gli mancava. Non sapeva perché non stava urlando, grattando la bara, cercando di uscire a tutti i costi, come avrebbe fatto chiunque, forse il cervello non resisteva al pensiero della morte, e quello che faceva era gradualmente di sedarlo facendolo dormire, sarebbe stata la cosa migliore. Dubitava fortemente che qualcuno potesse passare di lì, e se lo avesse trovato, non credeva si sarebbe interessato a lui. Lo scriveva con una certa indifferenza, lo faceva da una bara nella quale lo avevano messo credendolo morto, ma il cuore continuava a battere. Questi furono i suoi ultimi istanti, poi l’ossigeno finì. Hector, allora, dette un calcio al coperchio della bara, uscì dal cataletto e se ne tornò, come ogni notte a casa. Massimo Melani (Il Raccontafavole)⚰️ https://www.instagram.com/p/Cw0V-WRMdh5C1CIzKs2kIKk6XSrTVOjRSz1pbU0/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==
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