{“Mi manca BERLUSCONI, sempre più”, “hai scritto su un tuo articolo Max, ma tu non sei di sinistra?”}, mi scrive Gregorio di Marcianise (Caserta)…

Caro Gregorio, cosa c’entra se sono di sinistra? Mi manca Berlusconi, perché ha portato a galla, dopo anni di silenzio comunista e democristiano, la malagiustizia italiana. Le toghe lo hanno martoriato, deriso, umiliato, lo hanno fatto ammalare, lo hanno diffamato…e per cosa? Per suoi fatti personali. Sì, è anche andato fuori dalle righe della legalità, ma poi il tutto annullato da prescrizioni varie. Ha urlato ai 4 venti la separazione delle carriere tra PM e Giudici, a causa dei tantissimi misfatti da loro causati e che hanno visto riempirsi le carceri di migliaia di innocenti. È stato il primo a chiedere con insistenza la responsabilità civile (e penale) delle toghe che, né destra né sinistra, hanno mai avvallato. Ha combattuto la sinistra, che definiva comunista, ben sapendo che il comunismo era morto con la dipartita di Berlinguer. Non si è mai permesso di monopolizzare la RAI, nemmeno quando il suo acerrimo rivale Michele Santoro congiuntamente a Travaglio, lo bastonava ogni settimana per questo e per quello, ben sapendo che l’auditel avrebbe avuto un’ impennata molto positiva. Non apprezzava g. Meloni ne tantomeno Salvini, ma faceva buon viso a brutta compagnia per riportare in alto Forza Italia. Non era arrogante, ma solo fumantino, era simpatico e buono per chi non poteva. Nonostante a livello politico non fosse il massimo, anzi, quando lo vedevo provavo una strana gioia senza pecche, poiché mostrava un’anima pura. Sono quelle anime serene che possono essere paragonate ai primi libri dei bambini: contengono disegni pieni di colori e semplici racconti. Lui, e lo sapeva, era l’anti Meloni per eccellenza. Ecco Gregorio, il motivo per cui apprezzavo il Cavaliere e  ho assoluta disistima per il governo meloni. Massimo Melani 📖 https://www.instagram.com/p/C1B3VeNtlKr7-YjzxyQTrhtJRsmHqpSZGNoJ2M0/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==

Schlein attacca la Premier per i casi giudiziari che incombono sul governo

Dal momento che ogni giorno ce n’è una, tutte le domande diventano plausibili, a cominciare da quella che tutti si stanno ponendo: c’è un piano della magistratura contro Giorgia Meloni? Lei ne è fortemente convinta, si sta tornando all’uso del tritacarne che Silvio Berlusconi conosceva fin troppo bene. “Ma io non sono Berlusconi”, sembra aver detto la Premier. In che senso, non è Berlusconi? Cosa voleva dire? È inutile negarlo: c’è una progressione sbalorditiva, si inizia con Daniela Santanchè, si passa da Andrea Delmastro e, per ora, si termina con Ignazio La Russa, con il frullatore politico-mediatico che macina vittime senza alcuna sentenza, un infernale meccanismo che si stringe come il cappio intorno al collo come ben conoscono gli ex missini, all’epoca super-tifosi delle gesta di Di Pietro e Davigo e oggi invischiati in fatti di cronaca molto sgradevoli. E così son partite le bordate di Elly Schlein: «Al di là delle responsabilità del figlio di La Russa, che starà alla magistratura di chiarire, è veramente disgustoso vedere la seconda carica dello Stato utilizzare parole che tendono a minare la credibilità delle donne che denunciano, a seconda di quanto tempo ci mettono a farlo. È segno di grave ignoranza e anche di mancanza di rispetto per le donne che denunciano le violenze». E come darle torto. E ancora: «Soprattutto vorrei sapere dov’è Giorgia Meloni e perché non esce dal suo silenzio e non si assume le sue responsabilità. Che cosa ne pensa di un presidente del Senato che avalla l’idea che le donne che denunciano più tardi non meritano di essere credute? Che cosa pensa della ministra Santanchè che ha affermato pubblicamente in aula di non essere indagata quando risulta invece essere indagata? Che cosa pensa di un ministro Nordio che ha detto che delle informazioni rivelate da Del Mastro non erano riservate quando si scopre che invece erano riservate? Stanno passando il segno». In fondo, come darle torto?! Massimo Melani 📖 https://www.instagram.com/p/CubXcIhMkuTVeMHy1CcPbHBbfQ_qATaOxCLtg80/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==

Milano celebra il Berlusconi uomo, non il politico

Cori da stadio: ” C’è un presidente, c’è solo un presidente”. I tifosi milanisti si prendono la scena. Piazza Duomo ricorda il presidente del Milan e del Monza, il patron di Mediaset, il costruttore di Milano 2, il proprietario della Mondadori. Insomma, il fondatore dell’impero. Bandiere di Forza italia quasi non se ne vedono. E l’arcivescovo Delpini nella sua omelia coglie il sentimento popolare. Del politico solo gli onori della destra ruffiana. “Siamo qui da stamattina, pensiamo che sia stato un grande uomo. Siam qui per lui”. A mezzogiorno, quando ancora mancavano tre ore ai funerali di Silvio Berlusconi, l’occhio di chi arrivava in piazza Duomo dal lato della galleria Vittorio Emanuele cade su di loro: quattro ragazzi in t-shirt bianca, seduti a terra, in attesa delle esequie. Uno di loro, il più loquace del gruppo, bevanda del McDonald in mano, ci racconta che frequenta il liceo scientifico a Novara e che, come i suoi compagni, ha preso il treno stamattina presto perché non voleva perdersi la cerimonia. È un grande tifoso del Milan ed è questo che conta per lui. Un signore anziano, invece, conferma di aver pianto alla notizia della morte del Cavaliere: “Un grande uomo, un grande imprenditore, ha dato il lavoro a tante persone”. Dell’uomo politico niente di niente, solo dalle sue parziali TV. Ed è giusto sia così… Massimo Melani 📖 https://www.instagram.com/p/CteqLllsizr_I5Tchlevzr64PqxsmQ7BPrEtxk0/?igshid=NjFiZTE0ZDQ0ZQ==

Giustizia a orologeria, ora è il turno di D’Alema…

Tutta la questione della giustizia a orologeria si intuisce meglio partendo dalla celebre distinzione che fa’ Stephen King tra suspense e sorpresa. C’è una mostro sotto il letto. Non lo sanno i personaggi del film, non lo sa il pubblico in sala. A un certo punto, però, senza che nessuno se l’aspetti, il non morto appare e il terrore pervade la sala! Questa è la sorpresa. Ma supponiamo che il pubblico abbia visto il mostro mentre si sistemava sotto il letto, e che il regista gli abbia mostrato i dettagli del congegno cronometrico che fa muovere i bracci elettronici: azione – meno dieci, nove, otto, sette…Ecco, questa è la suspense. Quando scoppia una bomba giudiziaria, il politico seduto al tavolo mostra (o finge) sorpresa. Eppure sia lui sia il pubblico hanno potuto osservare a lungo la meccanica dell’ordigno. Gli elementi alla base del suo funzionamento – l’obbligatorietà dell’azione penale e l’indipendenza anarcoide della magistratura inquirente – sono nascosti in un luogo (la Costituzione) che rende macchinoso il disinnesco. E tutto ciò, guarda caso, si compie a seconda del governo in carica. Ai tempi di Prodi, Monti, Renzi i mastini in toga puntavano per sbranarlo un certo Berlusconi. Poi, ai tempi di Conte e a seguire Draghi, hanno aguzzato i denti contro Salvini. Adesso, è l’era Meloni, estrema destra, quindi come non farsi scappare l’indagine su Massimo D’ Alema dandola in pasto ai media. Questo horror alla King si rovescia come un maremoto sull’indagato del momento, sputtanandolo in maniera distruttiva senza avere emesso alcun verdetto. Caro D’Alema stavolta è toccato a te, così proverai sulla tua pelle cosa vuol dire avere dei cagnacci che ti mordono i polpacci senza, magari, sapere il perché. Quando ciò accadeva al Cavaliere ti schieravi apertamente con PM e Magistrati. Spero sia solo una bolla, dovuta all’egocentrismo delle toghe, ma assaporare un po’ di putrefatta legge ti farà solo bene. Massimo Melani 📖 https://www.instagram.com/p/CtMSMN8slHrlXF4BWolQQbDCicCieg9nsSFnOY0/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==

Scissione antropologica del diritto ‘all’italiana’

La giustizia, sin dalla notte dei tempi, sempre si è dovuta dimostrare spietata e bendata, cieca nella massima interpretazione di questo vocabolo: sentire, giudicare con fermezza e imparzialità, senza vedere chi si ha davanti, valutando con estrema equidistanza. Purtroppo, molte volte, ciò non accade e non si nota affatto quanto sopra scritto anzi, il tutto viene bellamente eluso da una specie di trance frenetica che spesso si è manifestata in mancanza totale di ordinaria razionalità trasformandosi in persecuzione e ostilità molto rimarcate. Il tono dell’accusa appare, quindi, quasi una filippica con raid socio didattici che puntano primariamente all’azzeramento morale dell’imputato. Solitamente quando un avvocato erra nell’esprimersi viene corretto dal PM o dal Giudice; in certi processi, invece, tipo quello di anni fa a Berlusconi, durante la requisitoria la persona addetta a contrastare la difesa si lasciò sfuggire, a causa di una profonda e smisurata enfasi, la frase “una furbizia orientale tipica delle sue origini che riesce a sfruttare il suo essere extra-comunitario”, indirizzato ad una persona del Nord Africa, e un “appena maggiorenni” riferito a certe signorine invitate ad alcune feste e un “la procura la condanna”, immediatamente corretto in “la procura chiede la condanna”. Nessun giudice cercò di riportare ordine in tale sproloquiante soliloquio, cercando di calmare quella verve, tipica della persona che nutre qualcosa di più della rabbia verso qualcuno. Vogliamo chiamarle gaffe? Sì, se vogliamo essere buoni, ma anche gravissime “sviste”. Oriente e Occidente, Toscana e Liguria, nero o bianco, devono importare relativamente. Qui, siamo innanzi a una digressione, chiara a tutti, del diritto penale, poiché la legge non è mai stata e mai sarà una realtà di mera teologia morale, la giustizia come detto all’inizio non sarà mai accusata di voyeurismo, non guarderà mai le persone dall’alto in basso, sebbene ciò sia divenuta in Italia pratica ordinaria; essa si alimenta della veridicità delle prove, ma sì, anche quelle che fanno uso di intercettazioni, e comunica con un idioma che non deve travalicare il puro significato giuridico e che, a sua volta, deve risultare formale senza fuoriuscite personalizzate. Questo è il diritto scevro da ogni passione, negativa o positiva, verso l’essere umano, e non è ammissibile sbagliare “la procura la condanna” in luogo di “la procura chiede la condanna”. La suddivisione antropologica, il diritto penale, non la comprende.

Massimo Melani 📖

Nessuno mai come Silvio Berlusconi. La sua eredità politica

Sono giorni, ormai, che è partita la subdola, cinica gara al malloppo elettorale di Silvio Berlusconi. Ma per buonumore, seduzione ed empatia, né Meloni, né Schlein né altri possono ambire a prendere il suo posto. Con il Cavaliere ancora vivo (faccia pure le corna o tocchi ferro) s’è aperto un diabolico dibattito su che fine faranno i suoi voti quando verrà a mancare, chi se ne approprierà in futuro. Molti pensano a Giorgia Meloni la quale, in questo momento, ha maggiore forza attrattiva; per le stesse ragioni un paio d’anni fa Matteo Salvini avrebbe fatto da calamita. Ma di aspiranti all’eredità politica berlusconiana ce ne sono al centro e addirittura a sinistra. Chiunque può pretenderne l’eredità politica, ma mai nessuno sarà come lui. È stato lo statista più incompetente di tutti i tempi e allo stesso tempo ha pareggiato i conti con la sua furbizia empatica. Si è costruito attorno, da metà degli anni ’80, un circo mediatico che lo ha innalzato a livelli così alti e così immeritatamente menzogneri, che nemmeno lui all’inizio credeva fosse possibile. Ha raggiunto il top a livello politico pur capendo zero sul ‘modus gubernandi’, affidandosi ad una propaganda mastodontica delle sue TV e giornali e, soprattutto, basandosi sull’ignoranza dell’elettorato italiano che si è fatto plagiare dai suoi media e dalle continue apparizioni televisive. No, nessuno mai potrà prendere il suo posto. Si sa, gli italiani sono degli incurabili “bambinoni” ai quali basta promettere un milione di posti di lavoro in 9 mesi, rassicurarli su pensioni e taglio delle imposte, donando sorrisi e barzellette sporche, e loro ti ringrazieranno andando alle urne a votarti. Quindi, che Meloni e Schlein diventino più empatiche, si sbianchino i denti, imparino barzellette zozze e promettano (questo già lo fanno) mari e monti… Berlusconi docet… Massimo Melani 🌹 https://www.instagram.com/p/Cq0-PdMMspJ1moKM2n-oPp9Dpa8rke2NKKbTds0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Ciò che le vicende di Berlusconi possono insegnare all’America sul perseguimento dei candidati alla presidenza. Differenze e assonanze tra il tycoon e il Cavaliere

All’inizio degli anni 2000, ho sentito due uomini discutere di politica italiana mentre ero seduto in un bar a Capriccioli (Porto Cervo): “Potete crederci? Hanno nuovamente incriminato Berlusconi! Berlusconi è stato colpito da più di 20 atti d’accusa, e [Romano] Prodi nemmeno uno!” Chiaramente non vedevano l’accumulo di accuse penali contro Silvio Berlusconi come una misura della corruzione sua e del suo impero economico. Invece, hanno visto le accuse come un segno della persecuzione implacabile a cui era stato esposto. Allo stesso modo, la fedina penale pulita del suo concorrente Romano Prodi non era un riflesso della sua relativa probità ma, al contrario, un’indicazione della sua complicità con una forma di corruzione ancora più profonda: un sistema politico truccato. Ho pensato a questo la settimana scorsa mentre la cronaca politica discuteva dell’accusa di Donald Trump da parte del procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, in particolare, se le accuse avrebbero danneggiato, aiutato o non avrebbero avuto alcun effetto sulla candidatura per la rielezione dell’ex presidente. I paragoni con Berlusconi erano quelli di una volta, nel lontano 2016, un modo popolare di interpretare il fenomeno Trump. Ora potrebbero essere dovuti a un risveglio: la lunga storia di Berlusconi come imputato criminale potrebbe dirci cosa aspettarci nel caso Trump. Nel momento in cui ho sentito i due sardi parlare, i sostenitori di Berlusconi, come quelli di Trump oggi, occupavano già un universo informativo alternativo, in cui i soliti parametri di giudizio erano stati capovolti: la crescente montagna di prove del reato di Berlusconi è diventata la stimmata del martirio. Ma non è del tutto vero che i vari casi riguardanti Berlusconi e soci non abbiano inciso sulla sua altalenante carriera politica. Berlusconi ha trasformato il suo vasto impero editoriale e televisivo in una formidabile macchina da guerra. Ha sommariamente licenziato redattori e dirigenti che hanno contestato e li ha sostituiti con redattori cani da attacco e personaggi televisivi che hanno anticipato di diversi anni giornalisti mediocri del ‘calibro’ di Bruno Giordano, Alessandro Sallusti, Nicola Porro ecc. Trump che possiede direttamente la rete Fox News e i suoi simili, stanno già svolgendo un ruolo simile a quello dell’impero mediatico del Cavaliere, ritraendo il procuratore distrettuale democratico Alvin Bragg come parte di una cospirazione di estrema sinistra per rieleggere Joe Biden. L’impero mediatico di Berlusconi aveva completamente politicizzato il campo della giustizia penale. L’infinita cascata di scandali che hanno coinvolto Berlusconi e la sua cerchia ristretta – numerose accuse, indagini penali, prove di corruzione e frode – sembrava aver esaurito la capacità degli italiani di provare indignazione. Berlusconi ha la capacità disarmante di dare l’impressione di credere sinceramente a ciò che dice anche quando racconta falsità provate. I suoi guai, paradossalmente, lo hanno tenuto al centro dell’attenzione dei media, e così, nel bene e nel male, ha trasformato la politica italiana in un reality show ventennale di cui è stato indiscutibilmente il protagonista. Tutto ciò è stranamente simile ai problemi di Trump nel 2023. Ma il regno politico di Berlusconi alla fine è giunto alla fine, non a causa di procedimenti penali, ma a causa della sua assoluta incompetenza e incapacità di governare. Quindi quali lezioni più grandi possiamo trarre da questa storia che potrebbero aiutarci a superare le difficoltà legali di Trump? Ci sono, prima di tutto, alcune differenze fondamentali tra le due situazioni. Berlusconi ha beneficiato di una strana caratteristica del sistema giudiziario penale italiano, in cui il processo penale è seguito da due appelli automatici, spesso trascinando i casi nel corso di molti anni. L’Italia, inoltre, è praticamente l’unico Paese in cui la norma dei termini di prescrizione non si ferma una volta avviata l’azione giudiziaria. Ciò significa che molti dei casi più gravi contro Berlusconi sono stati respinti perché i termini di prescrizione erano scaduti, anche se è stato condannato al processo e/o in primo appello, permettendogli di proclamare che nonostante i suoi oltre 20 procedimenti penali lui non era “mai stato condannato”. Ciò ha concesso ai seguaci di Berlusconi il margine di dubbio di cui avevano bisogno per continuare a credere nella sua realtà alternativa. Detto questo, l’esempio di Berlusconi suggerisce che non dovremmo aspettarci che i problemi legali di Trump diminuiscano la sua presa sui suoi seguaci più devoti. Possono avere l’effetto opposto, permettendogli di fare la vittima. Ciò non significa che i pubblici ministeri non dovrebbero procedere con i casi contro di lui se le prove sono solide. Ma ci sono alcune caratteristiche del caso Stormy Daniels presentato dall’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan che offrono motivo di preoccupazione: in particolare, mentre la storia di base di Trump che paga denaro segreto a una porno star prima delle elezioni del 2016 è piuttosto semplice, il legale del tycoon, la cui difesa poggia sul caso “alquanto complicato e rischioso e con prove false”, rischia di ritardare pericolosamente il dibattimento in aula. Preferirei di gran lunga vedere Trump perseguito in Georgia per aver tentato di ribaltare le elezioni del 2016. I crimini finanziari, come illustra il caso di Berlusconi, sono relativamente facili per confondere il pubblico. Ma il tentativo di manomettere le elezioni è stato un crimine simile al tradimento che taglia l’essenza stessa della democrazia. I pubblici ministeri hanno una pistola fumante sotto forma di una conversazione registrata in cui Trump chiede al segretario di stato della Georgia di “trovare 11.780 voti” e poi lo minaccia quando resiste alle sue richieste. Questo è un caso che ogni americano può capire, anche gli indipendenti di Trump e i repubblicani moderati (alcuni esistono ancora). Anche se non conquisterà i più ferventi elettori, stabilisce per la cronaca ufficiale che ciò è realmente accaduto. Potrebbe ancora esserci un’altra importante differenza tra i casi Trump e Berlusconi. I seguaci di Berlusconi, mai fanatici come quelli di Trump, alla fine hanno accettato i giudizi del sistema legale, la sua condanna e l’ineleggibilità a cariche pubbliche. E non possedevano AR-15. Quali che siano le stranezze della cultura politica italiana e del sistema di giustizia penale italiano che hanno prolungato la saga di Berlusconi, il potenziale di caos dell’America potrebbe essere ancora maggiore.

Massimo Melani 🌹

Ambascia e perdita di visione razionale. La salute di Berlusconi è un vero enigma

Il latinorum dell’ospedale la fa da padrone da giorni. Nella ridda di notizie ufficiali e ufficiose, congetture e ipotesi, si sta alimentando un’ansia collettiva in cui nulla si capisce e tutto è drammaticamente possibile. Insomma, pura contraddizione di una strategia comunicativa delirante. La premessa è che al giornalista o cronista che sia, spetta sempre raccontare, decifrare, comprendere e spesso non capire. Frase un po’ scontata: non c’è un bello da valorizzare o un brutto da omettere. E, in questa storia del ricovero di Silvio Berlusconi da raccontare, decifrare, comprendere c’è un alone di mistero, molto denso, la cui entità è rivelatrice della serietà del momento. Il Cavaliere ha le ore contate? Può cavarsela anche stavolta? È veramente leucemia?Anche questo ennesimo capitolo della vicenda umana e pubblica di Berlusconi ha dei tratti “extra-umani”, che molto raccontano del momento e della sua storia. “Berlusconi grave ma stabile e vigile”, dicono i medici. Stabile nella sua gravità? Vigile nella sua gravità? E a questo punto quanto grave/i è/sono la sua/le sue malattia/e? E poi c’è il solito sfruttamento speculativo teoretico che porta le azioni Mediaset a un rilevante guadagno in borsa: gli investitori scommettono sulla successione. La possibile uscita di scena di una figura come la sua non può che provocare incertezza. Il futuro partito dovrebbe passare nelle mani di Antonio Tajani e di Marta Fascina, ma l’opposizione interna è pronta a dare battaglia. Che dire, si parla sempre di un malato, di un uomo in vita; che tristezza questa miseria etica e morale, che nausea questo continuo terno al lotto sulle sue possibilità di morte. Non ci sono parole, solo Forza Berlusconi … a livello umano! Massimo Melani 🌹 https://www.instagram.com/p/CquAyGeIOpQlJv9MBV4ziC9gFg0rds3BjNMUu00/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Perché da 30 anni ad oggi è rispuntata con prepotenza la destra e poi l’estrema destra?

È una domanda a cui è molto semplice rispondere. Tutto ha inizio da quando Berlusconi, per ripararsi dai tanti problemi finanziari e legali, decide di entrare in politica, cercando di accaparrarsi quella immunità politica che lo terrà lontano dai tanti guai che lo ammantano. Le sue televisioni dal 1993 iniziano a fare propaganda giornalmente, bombardando i cittadini di notizie, per lo più inventate, che idealizzano un meccanismo di difesa grazie al quale una persona, aiutata in precedenza da un certo Craxi, percepisce il plauso di una popolazione che pensa ad una esperienza nuova e salvifica. Poi, la vittoria alle elezioni politiche, porterà il Cavaliere a circondarsi di gente di destra, ex democristiani, finti socialisti craxiani, leghisti e molti fascisti di Alleanza Nazionale. Da allora, pur essendo Berlusconi un politico di mezza tacca, ma con un’alleanza così ampia, riuscirà a stare a galla fino ad oggi. Inizieranno i suoi show televisivi contro tutta la sinistra e la beatificazione della destra che grazie a Mediaset pian piano, con la continua propaganda politica, mai così diffusa, riuscirà a riportare in auge fiamme e fiammelle che pensavamo essere spente. Un pericolo per la società senza che nessuno posso controllarne la sua diffusione e abuso. Da Forza Italia all’attuale nuovo governo missino, il passo è breve… brevissimo. Massimo Melani 🌹 https://www.instagram.com/p/Cpe94RZMeC0NbRcVhZoXyj0kpnBBXU2Q4IKI3o0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Quella ricorrente tendenza dei Ministri del governo Meloni di sparare …zate e poi ritrattare tutto poche ore dopo

La falsità e l’incoerenza, nelle non democrazie di solito sono punite dagli elettori. Non nel caso di Meloni & soci. La pochezza di questo governo ‘azzeccagarbugli’ sta nel contraddirsi giornalmente. Infatti, un Piantedosi, un Salvini, un Berlusconi ciò che temono di più è di confutare se stessi. Eppure vivono beati e tranquilli pur agendo contro le proprie convinzioni. Essere incoerenti, di solito, è semplicemente quando abbiamo dei pensieri che non si susseguono in maniera logica. I signori di cui sopra, invece, sanno codardamente di agire in modo non conforme ai principi costituzionali e democratici, affermando cose contraddittorie, subdole e immorali come il casus vittime del mare. Ho sempre pensato che la coerenza non è non cambiare mai idea. Non è rigidità e ottusità, ma dignità e corrispondenza tra le parole e le azioni. E’ vivere senza essere smentito dai fatti. Praticamente l’opposto di ciò che ci propina quotidianamente il governo Mussolini…ehm ehm, errore, mi son sbagliato, intendevo scrivere il governo Meloni. Massimo Melani 🌹 https://www.instagram.com/p/CpSFzI2MzJrVDMEx6Jm9RZc5_mxwXP2ITC5A2c0/?igshid=MDJmNzVkMjY=