Qualche “parolina” su Ignazio La Russa, il fascismo e la Costituzione…

La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana vieta che figure di spicco della politica italiana facciano parte di qualsiasi governo se appartenute al disciolto partito fascista o con ancora visioni fasciste o neofasciste all’interno dell’ esecutivo. Ora passiamo a La Russa, presidente del Senato e figura rilevante dell’ estrema destra che mai si è detto antifascista. Di fronte a un essere vivente può capitare di pensare con stupore e meraviglia alla complessità dei meccanismi biologici che hanno innescato il miracolo della vita. Ma con Ignazio La Russa non mi accade mai. È un punto così basso che segue altri punti che erano già dei punti _così bassi_ che non riesci a tenere il loro ritmo. I fascisti sono dei centometristi in staffetta, non fai in tempo a focalizzare l’uscita infelice, la dichiarazione orgogliosamente nostalgica del ventennio, le palesi violazioni delle leggi che vengono trasformate in attacchi strumentali. Con i loro figli maschi che si nascondono dietro il pizzetto potente del babbino. Esempio perfetto di grandissimo uomo degli anni del Duce mentre sboccia e mostra immediatamente di aver capito come funziona la manipolazione del popolo italiano. A concludere l’agenda del presidente del Senato, dopo la giornata del Memoriale della Shoah con la senatrice Segre: – inventario dei cimeli fascisti  – ascolto di canzoni fasciste per ritemprarsi – meditazione fascista (posizione del loto con saluto romano) – sofferto tweet istituzionale sule leggi razziali – atti di contrizione e messaggi di scuse ai camerati su WhatsApp (“Mi hanno costretto, l’ho fatto scrivere alla mia segretaria”). In chiusura, rituale scambio di croci celtiche – serata di relax con voce di Mussolini in sottofondo. Amen! Massimo Melani 📖🇮🇹 https://www.instagram.com/p/C2J5G1_NqiSSXiF2HW2bnm5aeZXtEy2dxovn2E0/?igsh=c2RiZmVlc3owcWd3

Il governo a nome di Salvini vuole la precettazione per lo sciopero previsto per venerdì 17 da UIL e CGIL … Precettazione come negli anni neri del fascismo

Landini (CGIL) e Bombardieri (UIL) è da tempo che hanno organizzato lo sciopero del 17 novembre contro la manovra sciagurata del governo Meloni. Ma la maggioranza a nome di Salvini e FdI, si oppone ottusamente cercando di limitare in maniera autoritaria questo diritto. Tentano di mettere il bavaglio ai lavoratori evidenziando, così, un nuovo attacco alla Costituzione. Sicuramente, Salvini e Meloni sono rimasti alla versione medica “sana e robusta costituzione…” , non capendo niente e non conoscendone i principi fondamentali come quello al diritto di sciopero. Si torna a parlare di precettazione come nel 1942 verso i lavoratori ebrei. Venerdì, operai, impiegati, pensionati, gli stessi professionisti si batteranno per la giustizia sociale, che al momento latita pericolosamente e criticando una legge di Bilancio di pura sopravvivenza, senza la minima redistribuzione degli emolumenti, né alcun rilancio del welfare, zero sostegno a politiche di sviluppo, una legge criticata e messa in dubbio persino da Confindustria. A questo punto, sono certo, che le vere ragioni dello sciopero generale siano esclusivamente materia sindacale. Ma ciò che preoccupa anche i moderati di destra, è l’evidente tentativo di zittire il mondo dei lavoratori, tentando con ogni illegale e illecito mezzo di limitare il sacrosanto diritto di scioperare per una giusta causa. Il modo arbitrario e del tutto autoritario del governo sta trasformando un conflitto sindacale in puro conflitto politico, arrivando a minacciare provvedimenti repressivi, di stampo mussoliniano. Questo attacco vergognoso è un’offensiva non solo contro il singolo sindacalista ma verso tutti i singoli lavoratori, colpiti da un progressivo declino delle condizioni salariali e di lavoro. Peggio di così si muore. Ma c’è chi continua a votare questi signori dalla precettazione facile, pur sapendo che certe azioni si scontrano con la Costituzione italiana e la libertà. Già, la libertà, che non sta nello scegliere tra rosso e nero, ma nel sottrarsi a ogni tipo di dittatura. Massimo Melani 🇮🇹📖 https://www.instagram.com/p/CzoXWe-s65ZMG7ngCDcQw7OLjlxwihwKx_XCsU0/?igshid=cHN0bXgxdjUwZmF4

Mattarella al meeting di Rimini…

Solidarietà, diversità, Costituzione. L’architrave d’Italia, secondo Mattarella. Nel discorso al Meeting di Rimini il capo dello Stato respinge “anacronistici nazionalismi” e richiama al rispetto delle persone nell’accoglienza dei migranti. Rimarca il carattere meticcio della comunità italiana che “è il valore della nostra patria”. Difende da eccessivi impulsi di revisionismo la Carta che è “presidio sicuro nei momenti di confusione e transizione”. Dichiarazioni forti, dettate dal suo profondo attaccamento alle istituzioni sane e senza infiltrazioni di manipolazioni neo fasciste. Il suo elogio alla Costituzione – ispirazione a cui rifarsi nei momenti difficili, cupi, come questo, “di confusione e di transizione” per il Paese – della diversità e dell’amicizia. Da intendersi, quest’ultima, come collaborazione, necessaria e auspicabile sempre, “tra le istituzioni”. Quello, praticamente, che il governo Meloni non vuole e non vorrà, finché in carica. Massimo Melani 📖 https://www.instagram.com/p/CwZgSkrsp1t7AYwJ0j7tPauIhN9pMLSb4j5x640/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==

Perché l’Italia deve passare al Presidenzialismo ad ogni costo

Sono circa cinque anni che scrivo che il nostro modello di parlamentarismo non funziona. Che la legge elettorale sia proporzionale o maggioritaria, abbiamo avuto sempre governi di coalizione, che hanno tutti mostrato grande difficoltà nel tenere coesa la maggioranza e nel decidere le linee di governo. Calamandrei definì la neonata Costituzione “una svolta dal punto di vista economico e sociale, ma la rivoluzione ancora da fare “. Il modello costituzionale è riuscito a tenere una salda formazione democratica e pluralista in uno Stato che repubblicano non era mai riuscito a essere, ma non è riuscita a creare un sistema di governo davvero efficace e stabile. La rivoluzione va fatta ora. Governi su governi si sono succeduti in maniera lacerante. Il presidenzialismo porterebbe invece a un governo stabile, che funzionerebbe e risponderebbe alla volontà, alla vera volontà elettorale. La riforma in senso presidenziale è una riforma, come già ho evidenziato più volte, utile al nostro modello e adesso anche urgente, visto che da tanto ne discutiamo. Ma con un’unica certezza: la riforma va approvata a maggioranza molto ampia, perché la Costituzione non può che essere “di tutti”. Di tutti, ma non di chi ostenta desiderio del fascismo. Dev’ essere l’accordo comune, perché devono essere regole al di sopra della politica di tutti i giorni. Le riforme non dovrebbero essere fatte solo da una maggioranza politica contingente. Anche per questa ragione la nostra Costituzione vive solidamente da 75 anni. Massimo Melani 📖 https://www.instagram.com/p/Cr988TnNey2ZSu5bNgSoPWDuXnVLMSTEwtldCM0/?igshid=NjZiM2M3MzIxNA==

FdI e il governaccio Meloni non vogliono onorare il dì della liberazione. La Russa diabolico

Come prevedibile, neanche in vista del 25 aprile FdI vuole onorare la memoria della guerra di Liberazione. Quell’essere, definito uomo ma con tratti mefistofelici, chiamato La Russa, ha espressamente dichiarato che “…nella Costituzione non c’è la parola antifascismo”. La Costituzione della Repubblica Italiana, alla XII disposizione transitoria e finale, stabilisce: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Quindi, caro diabolico ignorante, l’antifascismo è la Costituzione stessa. “Co-mu-ni-sti, co-mu-ni-sti”. La curva ‘fratelliditalia’ si infervora, è appena stata approvata al Senato la mozione “larussiana” sulle date nazionali condivise, dentro la quale c’è di tutto come nei minestroni di “Povera gente” di Fedor Dostojevskij, dal 25 aprile (1945) al 18 aprile (1948), dal Primo maggio al 17 marzo (1861), proclamazione del Regno d’Italia, le foibe e la shoah e la caduta del Muro di Berlino. Manca solo un dettaglio: la parola “antifascismo”. Ma già ne ho scritto sopra. Quanto sia fascista questo governaccio ormai l’hanno capito in molti. Massimo Melani 🌹 https://www.instagram.com/p/CrTN1JXMfVQD1Md1LwPom-uieRqUxs3vVuk7eU0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Lezione di diritto costituzionale da parte del poeta Benigni. Che Meloni e compagnia brutta imparino

Il premio Oscar Roberto Benigni ha esaltato, facendo riferimento  alla storia nazionale, l’articolo 21 della Costituzione sulla libera manifestazione del pensiero. Il regime raccontato per quello che era davanti a milioni di italiani, in piena era di Estrema Destra, dove l’attuale governo lo considera vergognosamente il proprio album di famiglia. Il poeta, l’esteta del ‘bel parlare’, che definisce la Costituzione un’opera d’arte, alza la voce sul tremendo ventennio fascista, parole che la bufalotta bionda non ha pronunciato nel suo discorso di insediamento da Premier. Parole che, naturalmente, non sono mai uscite neanche prima o dopo quel discorso ‘salva fascismo’. Ci ha pensato il genio a rimettere le cose a posto. Una trattazione così ordinata, precisa, esplicativa che ha trasformato un mero argomento tecnico-giuridico in pura espressione metaforica di contenuti umani in corrispondenza di peculiari schemi ritmici e stilistici. Da registrare e inserire, immediatamente, nelle lezioni di giurisprudenza. Una interpretazione salutare, che può essere compresa tra l’avvertimento e il rimprovero verso coloro che vorrebbero smembrare questo capolavoro, preso ad esempio dai governi di tutto il mondo. Ma con siffatto governo, ove sventola disgustosamente il logo con la fiamma tricolore, tutto è pericolosamente possibile. Massimo Melani https://www.instagram.com/p/CoZYCliMLJOad6eYTO3vNwxRe-TNZ5GbRcqlZo0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Da oggi a rischio Costituzione e democrazia. Presto l’Italia fuori dal G7

Tutti affermano che il voto del popolo è sacro e che non va discusso. Niente di più falso e assurdo. Quando un popolo di mentecatti e ignoranti rischia di demolire la Costituzione e di annientare la democrazia di un Paese come il nostro, che ha nella sua cronistoria momenti terribili come il ventennio fascista e l’alleanza Mussolini-Hitler, deve essere, in qualche modo, messo a conoscenza del pericolo che stiamo affrontando. La smania di potere, il potere del comando, quello autocratico è un serpente dal veleno mortale. Da ciò ne deriva quasi sempre una forma di nazionalismo sempre più aggressivo, come quello di Meloni, legandosi in vari modi all’irrazionalismo filosofico: cioè si produce la nazionalizzazione delle masse, la sua strumentalizzazione, l’imposizione di regole e leggi illiberali. In altre parole si torna a ciò che abbiamo combattuto con la vita ieri e oggi, invece, dobbiamo tornarci a convivere. Con tale politica ci allontaneremo dal comune pensiero liberale, progressista, democratico europeo. Questa tipa, poi, assieme al compagno di merende Berlusconi vuole modificare la Costituzione, l’atto normativo preso ad esempio dal mondo intiero.. Non certo da Trump, Marine Le Pen, Orbàn ecc., tutti grandi amici di Giorgia Meloni. MM https://www.instagram.com/p/Ci9pSg_sZ6JeCwS_0bC7E0YL5lS7yQGmy4o7pk0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Giorgia Meloni farà di tutto per far uscire l’Italia dalla UE. Art. 117 della Costituzione…

Meloni nel 2018 ha sottoposto una riforma per cancellare dall’articolo 117 della Costituzione il riferimento al rispetto dei vincoli derivanti  dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Se passasse questa proposta il nostro Paese uscirebbe dal Mercato Unico, previsto e regolamentato proprio dal Trattato di Funzionamento dell’Ue. Il  disegno di legge 291/18 presentato alla Camera da Meloni, Crosetto, Rampelli Lollobrigida e altri il 23 marzo 2018, come indica con chiarezza il testo della relazione, si propone un paio di ambiziosi progetti. Il primo è quello di sopprimere sic et simpliciter il primo comma dell’articolo 117 della Costituzione («La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali») con un secco «La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto delle competenze a essi spettanti». Insomma questa mossa, a dir poco, anticostituzionale fa capire l’idea di un ‘Italietta provincial-sovranista, ma non basta perché c’è pure la modifica nientemeno di una delle norme fondamentali, quella dell’articolo 11 della Carta (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad uno ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”). Invece di perdere tempo sui simboli e sul passato, la sinistra all’acqua di rose di Letta e i moderati libertari di Azione e Italia viva chiedano una semplice domanda: Giorgia Meloni è disposta a ritirare quel disegno di riforma costituzionale? MM https://www.instagram.com/p/ChT53_vs_NDrHsrwhGApAzic4HojUrgdKlkl2M0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

La gaffe di Berlusconi

Silvio Berlusconi

Quel segreto degno di Pulcinella. La gaffe di Berlusconi su Mattarella rivela, anche ai più distratti di destra, il vero rischio di queste elezioni. “Vóce del sén fuggita, Pòi richiamàr non vale”. Da Orazio, a Metastasio per giungere, infine, a Silvio Berlusconi. Ma quella di uno dei leader della destra non è affatto cosa improvvisata. Chi sa bene come funzionano i rapporti tra “maggiorenti” e stampa, è autorizzato a pensare che egli, magari anche sulla base di domande concordate,  ha fatto in modo di rispondere quel che ha risposto. TROPPO IN FRETTA, MA LO HA FATTO! Se il centrodestra otterrà i due terzi dei seggi ne approfitterà per tentare il colpaccio, sul modello ungherese. Ma nulla è più irritante degli allarmi lanciati da chi, come Letta, Calenda, Conte, si sono rifiutati fino all’ultimo di vedere il pericolo e gli hanno anzi spianato la strada. Come spesso accade con i bambini e con le persone di una certa età col pannolone, Silvio Berlusconi ha ripetuto in pubblico quello che i suoi alleati avrebbero preferito rimanesse tra le mura di casa ancora almeno al dopo elezioni. Intervistato su Radio Capital, il leader di Forza Italia ha dichiarato candidamente che all’indomani della riforma presidenziale Sergio Mattarella dovrebbe dimettersi. Poi, 12 ore dopo ha negato tutto, com’è solito fare. Molto probabilmente la badante Fascina non l’ha bloccato in tempo. Come detto se il centrodestra raggiungerà effettivamente quella maggioranza dei due terzi dei seggi che gli consentirà di modificare la Costituzione senza passare dal referendum, ne approfitterà per fare subito cappotto, riscrivendo le regole del gioco a proprio vantaggio e provando a catturare tutte le cariche istituzionali e le autorità di garanzia, che è esattamente quello che ha fatto Viktor Orbán in Ungheria. E comincerà proprio dalla carica istituzionale più importante di tutte. E anche chi voterà destra il 25 settembre si ritroverà nella m…. più asfissiante, perché i nuovi dittatori salveranno solo i ricchi alla stregua di Putin e del dispotismo più marcio. MM https://www.instagram.com/p/ChRfW3as_4K3xkeeTUe4QCYXhkhLuvOBbyEyJM0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Se vincerà la destra…

I tre distruttori della Costituzione

Se vincerà la destra estrema dei tre rovinaItalia è molto evidente, lo era sin dall’inizio, ma è ancor più evidente dopo le parole di Silvio Berlusconi sul presidenzialismo, che siamo di fronte a una scelta storica: o si sta dalla parte della difesa della nostra Costituzione o si sta dalla parte dello stravolgimento della nostra Costituzione, con il rischio di diventare una sede secondaria di Putin, Orban e della destra americana. Vogliono far tornare indietro l’Italia in ogni modo possibile. C’è il grande tema dell’Ue, la democrazia e partecipazione che per i cittadini italiani è un elemento chiave. MM https://www.instagram.com/p/ChMh7YQsjBFmddRktIht056PCrN-WPS8jYLIvg0/?igshid=MDJmNzVkMjY=