Sinistra, che in Italia è diventata solo una parola senza il minimo valore. Renzi a Letta, due Bruto che hanno assassinato il socialismo e il comunismo moderato…

Essere a sinistra’, anni fa, significava una varietà di cose diverse. Più comunemente, si riferiva in senso di parte al sostegno a politiche “progressiste” progettate per realizzare l’uguaglianza politica, economica e sociale. Più in generale, era vista come sinonimo di radicalismo di opinione e una maggiore volontà di riformare piuttosto che preservare lo status quo. Soprattutto in un contesto religioso, ‘la sinistra’ era usata per descrivere tendenze antidogmatiche o anti-ortodosse a favore dell’allontanamento da usanze ereditate o interpretazioni scritturali. La sua politica si volgeva alle masse più povere e discriminate, ai lavoratori di ogni settore, ai pensionati, ai disoccupati, alle fasce più deboli e isolate. Si identificava con l’attivismo o la protesta in difesa di gruppi specifici della società: le donne, le persone di colore, le minoranze nazionali/religiose, gli omosessuali o i disabili. Già da anni questi valori non distinguono più la sinistra, il comunismo moderato, il socialismo; poi è arrivato Renzi e ha distrutto del tutto il concetto stesso di sinistra, trasformandola in un micidiale miscuglio tra centro e destra – e in qualche modo rendendola estranea all’analisi socio-filosofica. In generale, è raro – anzi impossibile – sentire la filosofia sociale, definita di sinistra, fare esplicita menzione di “ideologie”. Il dopo Renzi, ha visto maturare un concetto anni luce dalla visione vera del socialismo o del comunismo alla Berlinguer da un’ideologia, intesa come sistema di valori, composta da un insieme di idee economiche, filosofiche, sociali e politiche mirante alla creazione di una società di sinistra, ovvero una società egualitaria caratterizzata dall’abolizione delle classi. Letta è di sinistra? No, è di ‘centro-nulla’ , un mediocre politicante senza alcun trasporto verso la vera complessità delle idee e delle mentalità proprie di una società o di un gruppo sociale in un determinato periodo storico. Insomma, che la destra estrema faccia ciò che vuole e che Giorgia Meloni faccia quello che dovevano fare altri… MM https://www.instagram.com/p/CkJrYrusc7vcth1A_c3xx1czeINwB6F5DmRQfE0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

La grande crisi del PD. Purtroppo non basterà la ritirata di Letta

Al Pd credono basti il congresso, per una sfida all’ ok corral sul nome da eleggere quale segretario del partito per mettere a posto le cose, mentre invece è l’unica situazione da cui tenersi lontani. È vero, ahiloro, che negli ultimi tempi la specialità del partito democratico è stata il siluramento dei segretari, ma una rinascita non può e non deve ridursi a un cambio di nome o alla nomina di un nuovo leader, magari di genere. Una rifondazione è tale se parte dal basso, dall’organizzazione di un dibattito aperto sull’identità di una forza della sinistra che non guardi più al passato ma all’oggi, al XXI secolo. MM https://www.instagram.com/p/CjPS0n5Dgn-9OJZ9bD9xuPdXlz5mp2QGslh3AU0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Mi volete spiegare qual è il pensiero politico del PD? Da cosa si distingue questo partito?

PD

Sono 15anni che non riesco a capire la strategia politica del PD, il suo pensiero, la sua posizione. Gli appartenenti politici a tale schieramento lo definiscono un Partito che intende contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centro-sinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche, progressiste e promuovendone l’azione comune. Eppure in tutti questi anni non ho recepito nulla, o forse ben poco, del suo “Manifesto dei valori” come lo definiscono i piddini. Quando mostra idee vicine al vecchio Partito Comunista (Bersani docet), indi una enunciazione particoleggiata centrista molto vicina all’idea democristiana (vedi il periodo renziano), poi porta avanti un programma socialdemocratico senza arte ne parte (Zingaretti insegna), fino al pensiero più che confuso di Letta, un po’ a sinistra, molto più al centro, no più progressista e riformista, macché molto più ambientalista… Insomma, non vicino al PCI, non a breve distanza col vero centro e nemmeno appresso ad un nuovo partito con idee progressiste. Non capisco, non riesco a rendermi conto, come sia possibile che la maggiore compagine di opposizione sia priva di intenti, di posizioni precise, di realizzazione e mostri disinteresse sulle riforme della giustizia e delle carceri, per non parlare di una riforma costruttiva del lavoro anche per gli ultracinquantenni disoccupati ecc. E, a questo punto, non capisco nemmeno il sottoscritto che l’ha votato. MM https://www.instagram.com/p/CjH-H7YMbdgGmkYlHnCkOxpX-CXm90ZzZHimNE0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Enrico Letta e l’analisi del vuoto elettorale.

Enrico Letta e l’analisi del vuoto elettorale.

Enrico Letta e l’analisi del vuoto elettorale. Letta afferma di essere stato tradito da Conte e Calenda, ma di aver fatto bene a fidarsi. “E ci risiamo mimmo”, diceva mia nonna Milta quando riportavo un brutto voto a matematica. E ci risiamo Enrico, ancora una volta, proprio come nella successione a Zingaretti, lo stesso gruppo dirigente finge di cambiare per lasciare tutto com’è, ma soprattutto per coprirsi la ritirata. Una sorta di ‘vigliaccata’ per chi credeva al modesto Letta. Quest’ultimo ha fallito in tutto, come ho sbagliato io nel votarlo. Ma, essendo del Partito Repubblicano che si è unito a Calenda e Renzi che detesto, ho scelto un moderato di sinistra. Troppo moderato, direi quasi ‘fuggevole’ dagli eccessi, controllato, misurato, equilibrato, parco, mentre invece il suo avversario si mostrava una belva famelica di potere. Letta ha confermato punto per punto la linea di Zingaretti, a cominciare dal rapporto privilegiato con Conte, presentandosi però al tempo stesso come il principale sostenitore di Draghi. Cioè come mettere insieme la Curva Nord dell’Inter e i Viking Drughi della Juventus. Povero Letta, fa quasi tenerezza, con quegli occhiali da primo della classe, ma che poi si accorge di essere bullizzato. MM https://www.instagram.com/p/CjAJDVRMSOh095xnyJVUXhW3CYcJic6L1loexw0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Ad una settimana dal neo regno balilla

Elezioni

Mi sembra proprio che il programma politico della destra sia sempre il solito: promettere mari e monti per realizzare piscine e baobab.La Flat tax di Salvini e Berlusconi = Rubare ai poveri, dare ai ricchi e poi dire: «Mi spiace, dobbiamo tagliare servizi e sussidi perché non ci sono soldi per colpa dei migranti e di chi percepisce il reddito di cittadinanza». Per Azione di Renzi e Calenda invece : “Il nostro programma è Draghi”, “Cambiamenti climatici: la soluzione è Draghi”, “La nostra mission è Draghi”, “Abbiamo un progetto per l’Italia: Draghi”, “La nostra idea di futuro è Draghi”, “Per qualsiasi domanda la nostra risposta è Draghi”, “Il primo punto del nostro programma è Draghi, il secondo è Draghi”, “Non c’è solo Draghi per noi, c’è anche Draghi, senza dimenticare Draghi, tenuto conto di Draghi”. Draghi: “Non sono disponibile a un secondo mandato”. Per Letta e la sua compagine scompaginata c’è poco da dire perché non hanno niente da dire. Ad una settimana dal voto prepariamoci e impariamo ad andare in fila per tre, a risponder sempre di sì e a comportarci da bravi neo balilla. MM https://www.instagram.com/p/Ciop90vD05EdDVaRxgfZh-aItncF3w_FqQd6kk0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

FdI, l’ultimo prestanome dell’estrema destra minaccia di mandare l’Italia lungo un pericoloso percorso autoritario che abbiamo visto altrove in Europa. Giorgia Meloni…

Fratelli d’Italia – dal nome con cui si apre l’inno nazionale del Paese – si è costituito nel 2012, erede del movimento postfascista fondato dopo la seconda guerra mondiale. Meloni è una politica di lunga data rinomata per le sue posizioni di destra radicale sull’immigrazione, i diritti LGBT e l’aborto. Per Meloni gli ultimi anni hanno offerto l’opportunità di rimodellare il suo partito, spostandolo verso una piattaforma nazionalista moderna più “accettabile”, assicurando al contempo che il suo manifesto includa ancora legami tutt’altro che sottili con le sue radici. Lo slogan “L’Italia e gli italiani prima di tutto”, ad esempio, è popolare tra i movimenti fascisti contemporanei come Forza Nuova e CasaPound: quest’ultimo nel 2015 ha utilizzato una versione di questo slogan per la sua campagna Sovranità. Il sostegno al partito di Meloni è cresciuto lentamente ma costantemente dalle elezioni parlamentari europee del 2019, dove Fratelli d’Italia ha preso il 6,4%. Ha ottenuto il sostegno chiedendo che l’UE lasci il patto globale sulla migrazione, un accordo non vincolante delle Nazioni Unite che è stato l’obiettivo di teorie del complotto di estrema destra in molti paesi, e sostenendo un blocco navale sul Nord Africa per fermare l’immigrazione. La donna, definita da molti coatta o burina per il suo modo di esprimersi, ha beneficiato del tempo di trasmissione regolare come leader dell’opposizione, pur essendo generalmente descritta come un politico più conservatore e tradizionale di Salvini. L’ascesa di Meloni è aiutata dalle distorsioni dei media italiani, in particolare nelle trasmissioni, dal momento che la TV e la radio nazionali rimangono fonti di notizie dominanti. Nella radiodiffusione pubblica i lavori sono distribuiti in base all’appartenenza politica (pratica che ha una sua parola, lottizzare ), mentre il settore privato è dominato da poche grandi aziende. Questo è un sistema in cui il clientelismo è diffuso e significa che una piccola cerchia di persone influenti ha il potere di ungere nuovi leader politici. Gli esperti hanno già iniziato a scommettere su Meloni. Seguendo l’esempio, giornali popolari come La Stampa hanno iniziato a parlare della possibilità che diventi presidente del Consiglio già da tempo. Discutendo dell’estrema destra in termini di leader e delle loro qualità particolari, i media stanno ignorando la questione più importante del perché il sostegno all’estrema destra è cresciuto. La normalizzazione di Meloni le ha permesso di diventare una figura mainstream nella cultura pop, fornendo al contempo una foglia di fico per la sua agenda aggressiva contro i gruppi emarginati. L’autobiografia di Meloni ‘Io sono Giorgia  , permette di comprendere il livello di approvazione accumulato su di lei. Pubblicato da Rizzoli, grande editore italiano, è stato per varie settimane in testa alle classifiche di vendita. Il titolo del libro fa riferimento a un video virale di YouTube che remixa uno dei discorsi di Meloni dell’ottobre 2019 in cui ha dato una tipica svolta di estrema destra. “Io sono Giorgia, sono una donna, sono italiana, sono cristiana. Non puoi portarmelo via!”. Il discorso è stato poi trasformato in un inno parodia. La canzone è stata persino utilizzata da un giornalista per presentare Meloni in uno studio televisivo, con un duetto musicale tra i due, davanti a un pubblico plaudente. Eppure il libro è tutt’altro che accattivante. Contiene passaggi come questo, intrisi di cospirazionismo e sfumature antisemite: “Vedete, il politically correct è un’onda d’urto, una cultura dell’annullamento che cerca di sconvolgere e rimuovere ogni singola cosa bella, onorevole e umana che la nostra civiltà ha sviluppato…È un vento nichilista di bruttezza senza precedenti che cerca di omogeneizzare tutto in nome di One World. In breve, il politically correct – il Vangelo che una élite apolide e sradicata vuole imporre – è la più grande minaccia al valore fondante delle identità. Più neofascista di così non si può. L’aumento della popolarità di Meloni non sorprende in un paese il cui discorso principale si è progressivamente spostato verso destra. Possiamo vedere questo cambiamento in diverse aree della vita quotidiana, dai media alle minacce ai diritti riproduttivi e LGBTQ+. Parole come “assedio”, “invasione” e “assalto” nella discussione mediatica sull’immigrazione. Quando si tratta di definire l’agenda, gli argomenti di sinistra vengono respinti o faticano a trovare una copertura ragionevole. Le proteste mondiali di Black Lives Matter dello scorso anno sono state attaccate dai giornalisti di destra, mentre le proteste italiane sono state a malapena coperte. In tale scenario, Meloni ha due vantaggi rispetto a Salvini e Berlusconi. Sotto la guida di Salvini, Lega Nord – un tempo movimento secessionista dell’Italia settentrionale – si è rinominata partito nazionalista. La sua storia di retorica antimeridionale significa che ha sempre lottato per prendere piede nel sud, come abbiamo visto nelle recenti elezioni. La Meloni è già da anni in compagnia dei populisti autoritari d’Europa. Dopotutto, Fratelli d’Italia ha recentemente ricevuto una lettera di approvazione dallo stesso presidente ungherese Viktor Orbán , che Meloni ha incontrato a Bruxelles, insieme ad altri leader nazionalisti, come lo sloveno Janez Janša e il polacco Mateusz Morawiecki. Anche prima, conferenze come la National Conservatism Conference hanno delineato le fasi di questa transizione e la saldatura di nuove reti politiche. O l’ultima sua partecipazione al convegno Vox, estrema destra spagnola, a giugno 2022 ove ha urlato tutto il suo odio verso i gay, i matrimoni omosessuali, l’immigrazione ecc. Tempo fa,  FdI ha firmato una dichiarazione insieme ad altri partiti europei di estrema destra (tra cui Lega italiana, Vox spagnola, Fidesz ungherese, Diritto e giustizia polacca) per lanciare un’alleanza politica. Sebbene non si sappia come i partiti daranno forma a una piattaforma politica efficace, stanno fornendo una chiara direzione culturale basata sull’idea centrale dell’Unione Europea come un “superstato” incentrato sulla famiglia tradizionale e contro l'”immigrazione di massa”. Un tipico comportamento ‘hitleriano’. Pensare a come sarebbe l’Italia con una “ democrazia illiberale ”, dove i diritti sono un privilegio riservato ad alcune categorie di cittadini, non richiede grandi sforzi. Basterebbe proseguire lungo la strada che il Paese sta già facendo.In questo scenario, sono probabilmente gli immigrati e i richiedenti asilo a soffrire di più. Dopotutto, il partito che dovrebbe battersi per i loro diritti, il Partito Democratico di centrosinistra, è stato quello che nel 2017 ha lanciato un giro di vite sulle ONG che soccorrono i migranti in mare. È stato un attacco che l’estrema destra ha poi sfruttato. Meloni, sia nel suo libro che nel suo manifesto di partito, immagina un sistema di immigrazione che favorisce gli stranieri provenienti da Paesi che riescono a “integrarsi meglio”, intendendo gli immigrati di origine cristiana. L’integrazione, per i postfascisti, è più una qualità etnica che un processo politico. Quando si parla di immigrazione, Meloni si riferisce anche ai non cristiani già presenti nel Paese, a prescindere dal loro stato di cittadinanza. In particolare, i musulmani sono spesso presi di mira. Nel 2019 il Pew Research Center ha rivelato che il 55% degli italiani aveva sentimenti negativi nei confronti dei musulmani. Le proposte di Meloni sono caratterizzate anche da una forte opposizione alla promozione dei diritti LGBTQ+, con il pretesto della tutela della libertà di parola. L’attuale dibattito pubblico in Italia è dominato dal cosiddetto “DDL Zan”, un disegno di legge proposto dal deputato Alessandro Zan. Il disegno di legge mira a combattere la discriminazione e la violenza basate su sesso, identità di genere, orientamento sessuale e disabilità. Nonostante un disegno di legge simile sia stato proposto per la prima volta 24 anni fa, la legge ha dovuto affrontare una dura opposizione in cui l’estrema destra, il cosiddetto femminismo “critico di genere”, e in definitiva il Vaticano, si sono uniti sotto la stessa bandiera. In un Paese come l’Italia, dove ogni tre giorni si commette un reato omofobico, è assolutamente necessario un progetto di legge a tutela dei diritti LGBTQ+ italiani, delle donne e dei disabili. Secondo Over the Rainbow , un rapporto dell’OCSE sull’inclusione LGBT a livello internazionale, l’Italia è classificata al 39% per l’inclusività, più vicino a paesi dominati dall’estrema destra come la Polonia (33%) che la Germania (68%) o la Francia (74%). Uno dei requisiti principali per questi modelli è che la politica si trasformi in una battaglia costante di “noi” contro “loro”. In Italia, il ‘loro’ è cambiato nel tempo. Ai tempi di Berlusconi, il nemico era la ” sinistra illiberale ” che sedeva in Parlamento. La sinistra, tuttavia, era un pari con il potere di opporsi a questo tipo di discorso. Oggi l’estrema destra prende di mira specifici gruppi sociali e i loro diritti, mentre indica minacce oscure e diffuse: sostituzione etnica, ideologia di genere, l’élite globalista. Se la terra che ha bisogno di eroi è sfortunata, pensa a quanto deve essere sfortunata la terra che ha bisogno di tali nemici. MM

Sono del PRI, ma avevo deciso di votare per il PD, ma letta mi ha profondamente deluso e…

Ho deciso di non votare PD il 25 settembre, nonostante sia da sempre un repubblicano convinto, ma il PRI unendosi a Renzi e Calenda, cioè al nulla assoluto della politica italiana, mi ha portato su ben altra strada. La mia è stata da una parte una decisione sofferta, determinata da una serie di errori di valutazione che il Pd sta continuando ad inanellare. Questi abbagli, ormai ripetuti nel tempo, stanno generando un distacco fatale da quell’anima riformista, progressista e pluralista di cui il Pd, il vero PRI, e l’Italia tutta, hanno impellente bisogno. In più, è lo stesso partito che nel giro di poche ore ha sacrificato l’agenda Draghi per un indistinto programma generalista. Aggiungo che mai e poi mai, Letta e tutto il partito, hanno mai menzionato i gravi problemi della giustizia e delle carceri, con le relative e fondamentali riforme. No, caro Letta, non voto un sogno illusorio, smodatamente desideroso solo di promesse anti-tematiche non proprie della vera anima che fa riferimento a una politica di ristrutturazione e  rinnovamento. Chi voterò? Non certo la destra estrema e non questo centrosinistra; voteró… MM https://www.instagram.com/p/ChSWRrksCOrgGp0URIN2T12BofrH4w39MslFVQ0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Perchè in altro paese europeo il centrosinistra italiano avrebbe vinto. Letta non è e non sarà mai un trascinatore di folle

Elezioni politiche

In Francia, in Spagna, in Germania, in Inghilterra ecc., il centrosinistra italiano avrebbe vinto tranquillamente le prossime elezioni politiche del 25 settembre. Un Macron, uno Scholz qualsiasi avrebbero messo l’estrema destra a sedere in un angolo. A costoro sarebbe bastato suscitare un minimo di entusiastiche adesioni; una eloquenza che trascina, avvincente, seducente, con programmi chiari a tutti. Invece, a guidare questa battaglia elettorale è il cosiddetto buono della situazione, che non convinto di se stesso ha creato un’ammucchiata orgiastica degna della migliore porno star. Ma quel che più fa imbestialire gli elettori di centrosinistra è l’atteggiamento di don Letta, sempre pronto ad accettare tutto, sempre in fuga davanti a un pericolo, a un rischio, venendo meno al proprio dovere di politico ‘palluto’ . La destra estrema di Meloni è pericolosa, quella di Salvini idem, quella di Berlusconi ridicola, ma almeno costoro lottano con il coltello tra i denti, hanno già reso pubblico il loro manifesto fascista, ma combattono e arringano le folle. Don Letta parla sottovoce, promuove il suo credo su twitter, borbotta su questo e quello come in un confessionale. E, nel frattempo, i sondaggi – a cui credo poco – annunciano il vantaggio della triade sull’orgiastica ammucchiata, a cui Don Enrico non ha dato una minima parvenza politica. MM https://www.instagram.com/p/ChEnjqls2YuZfA7wWT3qAJLC4Qu07MPSnDGE9s0/?igshid=MDJmNzVkMjY=

Esiste l’agenda Draghi? No, non esiste

Ma esiste davvero un’agenda Draghi? No, non esiste. Nelle prime settimane di campagna elettorale i partiti hanno citato spesso, nelle interviste e nei dibattiti televisivi, l’esistenza di una presunta “agenda Draghi”, che definirebbe una lista di priorità e misure portate avanti dall’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi.  Ma, lo stesso Leader ha affermato che non esiste una sua agenda. Calenda ci sta addirittura facendo la sua campagna elettorale. Draghi non possiede nemmeno un oggetto che possa definirsi come un’agenda di lavoro. I suoi impegni e appuntamenti vengono gestiti da un’assistente, come avviene per tutte le personalità politiche di alto livello. Nel dibattito pubblico l’agenda Draghi sembra  diventata un espediente retorico, una scatola vuota che ognuno riempie con i temi che gli convengono dal punto di vista politico. Carlo Calenda che di politica non ne capisce un’ acca vorrebbe copiarne ogni decisione così da avere qualcosa da dire anche lui. Di “agenda Draghi” sentiremo parlare per tutta la campagna elettorale. Poi però passeremo ad altro, verosimilmente: Draghi non si candiderà alle elezioni politiche e nella conferenza stampa di giovedì ha detto di avere già risposto «tante volte» sui suoi piani futuri, che al momento non prevedono un altro incarico di governo. AMEN! MM https://www.instagram.com/p/Cg_c8E9M8fpd46bRUYx2YaI-fq7xuAlunJJbv00/?igshid=MDJmNzVkMjY=

A questo punto, enorme rischio di infiltrazioni russe durante le elezioni politiche del 25 settembre. Letta come Paolino Paperino

Non è per niente confortante l’inettitudine di chi ambisce al governo del Paese. Letta, Calenda, e Renzi hanno saputo essere più coerenti sull’invasione dell’Ucraina. Per non parlare dell’inutile Conte, chihuahua obbediente del padrone Grillo. Nel contempo vediamo uno spettacolo indecoroso mentre la destra gioca sulle paure dei cittadini italiani.  Per il Pd la partita, invece, è ancora aperta. Un elettore su quattro deciderà alla vigilia. Ma le speranze di un campo largo in grado di competere con il centrodestra, per me, sono ridotte al minimo. Letta ha creato un minestrone con ingredienti non compatibili. E fra l’altro sono gli elettori i primi a non volere un carrozzone di teste che la pensano diversamente l’una dall’altra. Fino ad oggi il campo largo di Letta il mite, si è dimostrato un fallimento certo e preventivato dai più. Eh no, Letta non è Berlinguer, è più lo sfortunato Paolino Paperino. MM https://www.instagram.com/p/Cg_WcPHsEqi89gql_538EDi2v-mf9Uug4HkbZ40/?igshid=MDJmNzVkMjY=